Arrigo Sacchi: “La Coppa degli Immortali”, un libro che fa riflettere

Arrigo Sacchi non ha resistito alla tentazione di mettere nero su bianco l’epopea di un Milan che ha insegnato al mondo cosa significasse giocare a calcio. Stiamo parlando del Milan della stagione 1988/1989, il Milan dei tre olandesi, delle prodezze a centrocampo di Ancelotti e Donadoni, di Colombo e Chicco Evani, di Franco Baresi e Paolo Maldini, il Milan per l’appunto degli “Immortali”.

“La Coppa degli Immortali” è un racconto a quattro mani, narrativizzato sapientemente da Luigi Garlando della Gazzetta dello Sport, che pur essendo interista ha riconosciuto la maestria del Diavolo alla fine degli anni ’80.

Viene ripercorsa la strada che ha portato i rossoneri ad alzare la Coppa delle Coppe sotto il cielo di Barcellona, contro i rumeni dello Steaua Bucarest. Arrigo condivide le pagine del suo diario personale, una Smemoranda ricca di appunti e note (positive e negative) su una squadra che ha cambiato il suo modo di giocare, di attaccare e di imporsi in Europa.

Non mancano i riferimenti al presidente Silvio Berlusconi, senza il quale questo sogno non si sarebbe mai realizzato, della scelta tra Rjikaard e Borghi, considerato ai tempi il nuovo Maradona; della nebbia di Belgrado, dei gol “fantasma” contro Stella Rossa e Werder Brema, del 5 a 0 contro un Real Madrid guidato da campioni a San Siro.

Il Milan del 1989, con commento di Bruno Pizzul

L’allenatore più eretico di sempre, nominato dalla prestigiosa rivista “France Football” primo tra gli italiani e fra i tre più grandi allenatori di tutti i tempi, è riuscito a creare una squadra veramente formidabile, ad impartire quell’educazione rossonera fatta di impegno, costanza, valori, sacrifici e soprattutto passione.

Tutti questi valori sembrano mancare nel Milan di oggi, che sembra solo impaurito, sperduto, confuso, senza direttive e capacità di reazione. Secondo l’ideale sacchiano manca tutto: un’allenatore capace di tirare le redini della sua squadra, dei giocatori di vera qualità, una società solida e compatta (dal magazziniere al Presidente), la voglia di guardare tutti nella stessa direzione come una vera SQUADRA.

Il Milan del 1989, con commento di Bruno Pizzul (Parte 2)

Consigliamo caldamente la lettura di questo piccolo gioiello a tutti i tifosi nostalgici come noi e amanti del bel calcio, con la speranza che si possa veramente tornare ad incantare la Scala del Calcio e ricordare a chi ha un posto in quella squadra, che cosa sia veramente il Milan.

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