Arrivare in finale di Champions League è già di per sé un’impresa difficilissima. Arrivarci a due anni di distanza dalla più amara sconfitta in finale del Milan nella Coppa Campioni è un segno di caparbietà.
Arrivare a giocarsi un’altra finale contro lo stesso avversario che due anni prima ha strappato dalle mani dei rossoneri il prezioso trofeo, è la migliore vendetta sportiva che si possa immaginare.
Il 23 maggio 2007 allo Stadio Olimpico Spyros Louīs (Atene) si è giocata la 52esima finale di Champions League tra Milan e Liverpool.
Il cammino dei rossoneri in quella Champions lo ricordiamo bene: i faticosi preliminari contro la Stella Rossa, i gironi con Lille, AEK Atene e Anderlecht gli ottavi di finale contro il roccioso Celtic, i quarti in cui Seedorf e Inzaghi si mangiano il Bayern Monaco, le semifinali contro il Manchester United della leggenda Ferguson e poi, l’epilogo più bello, la vendetta più desiderata contro il Liverpool.
La Gazzetta dello Sport del giorno dopo la finale, il 24 maggio 2007, celebra il trionfo rossonero tramite la firma di Carlo Verdelli:
“Un conto è vincere la Champions. Un altro conto è vincerla andando a rammendare la trama di un destino cinico proprio là dove era strappata, due anni prima, in una notte turca di cose turche. Da adesso l’onta di Istanbul è sanata, lo strappo nell’orgoglio ricucito.”
La partita è stata l’ultima occasione per alcuni giocatori del Milan di alzare al cielo l’ultima coppa dalle grandi orecchie della propria carriera (Maldini, Seedorf, Pirlo, Gattuso, Nesta, Inzaghi, Kakà).
Proprio Inzaghi, è stato l’esecutore materiale della vendetta, con due gol dei suoi, di rapina.
Deviando il pallone calciato da Pirlo su punizione con l’avambraccio, al termine del primo tempo e poi superando Reina a 10 minuti dalla fine con un delicatissimo tiro che, anche rivedendolo a distanza di anni, sembra metterci una vita a infilarsi in porta.
“La cosa che rende tutto ancora più speciale è che tra i perdenti di allora (Istanbul 2005), ci sono sette dei vincitori di oggi. Lo sport vive di imprese e di sorprese: questa è una di quelle da raccontare, da ricordare.”
Quella sera, dopo il fischio finale, il presidente rossonero Silvio Berlusconi è diventato il più vincente al mondo.
“Abbiamo vinto per noi e per l’Italia. Pippo mi aveva promesso i gol. Siamo i più forti di tutti negli ultimi 20 anni”.
Silvio Berlusconi
Kakà, vero trascinatore dei rossoneri in quell’eroica cavalcata in Champions coronerà il suo sogno di vincere la Champions e pochi mesi dopo vincerà il Pallone d’Oro.
Il Capitano Paolo Maldini è stato forse il più felice di tutti.
[…] “Paolo Maldini, 38 anni e 332 giorni, uno che a quell’età potrebbe benissimo vestire la maglia rosa al giro d’Italia: era la sua ottava finale europea, e questa è la sua quinta coppa presa tra le braccia” […]
“Capitani di lungo corso, capitani coraggiosi, gente che si esalta quando la posta è più alta e il margine tra il tutto e il niente è sottilissimo”.