La Gazzetta sul Bancone: la chiamata alle armi del cecchino rossonero Van Hege

1916. Da ben due anni l’Europa è interessata da uno dei conflitti mondiali più devastanti del secolo scorso. Migliaia di uomini sono stati chiamati a prenderne parte in rappresentanza della loro Nazione e anche il mondo del calcio non può esentarsi.

Uno dei giocatori più significativi nella storia del Milan viene chiamato alle armi ed è costretto a salutare momentaneamente i suoi compagni di squadra al Trotter: Louis Van Hege. La notizia viene data ufficialmente sul N. 87 de La Gazzetta dello Sport del 15 dicembre 1916: “Verso la guerra. Il footballer Van Hege lascia l’Italia per vestire la divisa di soldato belga“.

Van Hege parte […] Il valente giocatore belga di football, conosciuto ed apprezzato da tutti gli appassionati italiani, parte per Lione, ove verrà sottoposto ad un’ultima visita militare e quindi raggiungerà il piccolo e valoroso esercito belga che opera nella zona dell’Yser. Chiamato soltanto in questi giorni a prestare servizio, lo sportsman forte e leale parte senza indugi né tergiversazioni lasciandosi dietro una folla di ammiratori e di amici che lo accompagnano con l’augurio più sincero nel suo ritorno verso il lembo di patria ancora libero.

Nato a Bruxelles l’8 maggio 1889, Louis Van Hege esordì giovanissimo nella Union St. Gilloise, dove mostrò fin da subito le sue spiccate doti di attaccante.
Raggiunse l’Italia per approdare nel Milan durante la stagione 1910-11, dove mise a segno ben 90 reti nell’arco di cinque campionati. Proprio per questo motivo Van Hege ricevette il soprannome di “Pallido Saettante“: fisico minuto, ma tanta qualità e capacità di spiazzare la difesa avversaria sotto porta. Il belga consentì al Milan di ottenere due piazzamenti d’onore e conquistò il cuore dei tifosi grazie anche alla totale dedizione nei confronti di quella squadra che gli permise di maturare personalmente e professionalmente.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale costrinse il cecchino rossonero, nonché capitano del Milan, a diventare un soldato a tutti gli effetti, con grande dispiacere dei milanisti che tanto si erano affezionati a lui e alle sue giocate:

Dai nostri campi di giuoco scompare […] il più bel calciatore fra la cerchia dei “classici” nazionali e stranieri che sono passati da dieci anni in qua sui terreni delle cento città italiane. Ed è una grave perdita per lo sport nazionale perchè gli elementi nostrani, specialmente i giovani, avevano ancora molto da imparare della classe di Van Hege.


Crediti foto: Wikipedia

La Gazzetta dello Sport lo definì un atleta onesto e signorile, forte sempre contro qualunque avversario ma senza mai abbandonarsi a qualche brutalità. Corridore, nuotatore, alpinista in patria, ciclista, calciatore, il Pallido Seattante fu estremamente poliedrico in termini sportivi. Giocava PER il Milan, CON il Milan, in campo galoppava e le sue medie realizzative in campo lo attestarono: 18 gol in 17 gare durante la sua seconda stagione, 17 gol in 18 gare durante la terza e così via.

Dopo la sua esperienza sul campo, in questo caso di battaglia, tornò in Italia per disputare una partita con la Nazionale belga e riabbracciò il suo amato Milan. Forse l’unico scotto che ad oggi Van Hege paga è semplicemente quello di essere stato un campione in un Milan ancestrale, ma non per questo dimenticato. Le leggende non si dimenticano mai.

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