Gattopardo, Petrarca e pupari. Paolo, fortuna che ci sei tu.

Il Milan è sempre più un specchio fedele di quello che, a fine ottocento, Tomasi di Lampedusa, ha meravigliosamente dipinto in quel capolavoro del “Gattopardo”: “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”.

La sensazione è, infatti, quella di un moto vorticoso, rumoroso, intorno alle vicende Milan. Questo frastuono, forse meglio definirlo confusione, che investe ogni settore(mercato, società, campo, cessione delle quote), si risolve spesso in un nulla di fatto. Insomma, la volontà di fare, di cambiare, c’è ma manca solo la possibilità di attuare il cambiamento, più probabilmente vi è assenza di volontà. Affinché questo avvenga, riteniamo fondamentale il positivo esito della trattativa Bee, quello è il fulcro di tutto, il resto verrà a catena. Proprio ieri arriva l’ultima doccia gelata, per la quale ci sentiamo di scagionare in ogni modo la società, del mancato trasferimento di Luiz Adriano al Jiqualcosacheavevatantisoldimacheinpocotempononneahapiù . Prendere una posizione sul suo ritorno è assai difficile, non fosse altro che ormai il teorema di astuti “pupari del malcontento” è: quello che fa il Milan è sbagliato, sempre. Per carità, spesso, negli ultimi tempi, questa formuletta magica corrisponde al vero(evitiamo di elencare recenti fallimenti), ma ci piacerebbe intravedere nei giudizi di tutti(tifosi, giornalisti, passanti, scribacchini, ventriloqui, luchi serafini) un po’ di tranquillità, equilibrio e costanza. Eh già, perché scopriamo che Luiz Adriano ceduto in Cina è un follia, ma se ritornasse sarebbe sempre una follia. Tutto una follia, appunto. Insomma, decidiamoci. Nel frattempo restiamo inermi, tra una notiziola ed un’altra, con la peggiore delle condanne, il “pace non trovo e non ho da far guerra”.

La memoria è un grande tesoro da custodire. 31anni fa esordiva il nostro amato Paolo Maldini: chiudete gli occhi, volate col pensiero e pensate ad un momento qualsiasi della sua carriera leggendaria, riscoprirete il piacere e l’orgoglio di essere dei Casciavit.

 

@Kondorob

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