Milan: non aver paura di volare. Svolta o falso allarme?

Alzi la mano chi immaginava una serata così bella come quella di ieri sera: ve lo dico io, nessuno. Anzi no, in 14. Ma che dico: in 15! Perché per vincere come ieri sera contro una squadra che è candidata ad essere nostra bestia nera dell’ultimo decennio, devi innanzitutto crederci, sperarci, volerlo e desiderarlo. E forse sono state queste le parole del nostro mister Sinisa Mihajlovic: ripeto, del nostro mister SINISA MIHAJLOVIC, oggi l’allenamento lo guiderà lui e tanti saluti ai gufacci.

Per la prima volta una squadra decisa, compatta, solida, determinata con l’intento comune di dare un segnale forte a chi parla troppo, e perché no, anche a chi sta lassù, forti dei loro punti in classifica e del loro posto in Europa. Sia chiaro: non abbiamo fatto nulla, o meglio, non abbiamo ancora ottenuto nulla ed in questi anni tante volte è stata pronunciata la frase “questo è l’anno zero”, “questa è la partita della svolta” e siamo perciò più che vaccinati alle false ripartenze. Ma noi siamo tifosi, ciechi innamorati non curanti della realtà, sognatori con gli occhi aperti di nuove vittorie, nuovi trofei e nuove conquiste. E soprattutto siamo il Milan e non possiamo permetterci d’accontentarci di una vittoria, seppur prestigiosa. Sperando che questa vittoria sia da apripista per un nuovo campionato e che i nostri ragazzi giochino i successivi 18*90 minuti con questa grinta, intensità ed intelligenza, abbiamo il diritto e soprattutto il dovere di porci l’obiettivo di far tremare qualcuno che ci precede, anche perché la classifica ci fa restare sì con l’amaro in bocca per le occasioni sprecate, ma è anche vero che siamo a -3 da una Roma non propriamente in forma e che dovrà vedersela con una Juventus rullo compressore che ha incanalato 10 successi di fila. Ad Empoli dunque, avremo subito la possibilità non troppo remota di raggiungerla e sognare in grande, se quello di ieri non è stato un fuoco di paglia. Guai a chi molla.

Torniamo alla partita, una goduria per gli occhi non per la qualità del gioco espresso dove c’è ancora tanto (tanto tanto) da lavorare ma per la mole di lavoro vista in campo: una squadra che si muoveva in modo armonioso con l’intento di rendere sterile l’asfissiante possesso palla dei viola, privi del regista difensivo più importante. Si poteva pensare che con un centrocampo qualitativamente migliore con Montolivo e Bertolacci avremmo sofferto il palleggio dei nostri avversari che però sono stati aggrediti, raddoppiati e costantemente sconfitti nei duelli 1vs1. Ah, a proposito: leggevo critiche costruttive (sempre ben accette) ma anche denigratorie nei confronti di Romagnoli nei giorni precedenti. Continuate così, Kalinic non ha toccato un pallone. E se qualcuno fosse così gentile da continuare a tifare contro il Milan anche per le prossime partite per sostenere la squadra che abbiamo sconfitto (toh, che disdetta!) noi saremmo molto grati, grazie. Tornando alla partita e non dando ulteriore spazio a certe cose: da sottolineare il lavoro degli esterni ovvero il solito Jack, altro assist decisivo per la furiosa volata palla al piede di Bacca, e di Honda spesso criticato ma che oggi ci sentiamo in dovere di elogiare. Così come Bertolacci, un altro giocatore rispetto ai 20 minuti piuttosto mediocri contro il Carpi e soprattutto di Montolivo, uscito giustamente tra gli applausi di San Siro e tra i fischi dei rivali che non gli hanno ancora perdonato il trasferimento ai rossoneri.

Come non citare Boa-Boa-Boa-Teng-Teng-Teng? Entra in campo a partita in corso, al posto di uno stanchissimo Niang che ancora una volta ha fatto vedere luci ed ombre ma dedito alla causa Milan, sigla il gol del raddoppio e manda in visibilio un San Siro indemoniato e contento di rivedere la propria squadra. Ehi Boa, ti ho visto appesantito: le capriole provale in allenamento, non si sa mai. Ed infine, il ritorno in campo di Balotelli, assente per troppo tempo ed importante per i nostri obiettivi: può essere un valore aggiunto insieme al ritorno di Menez ed a questo proposito s’è parlato di un ritorno al 4-3-1-2. La verità? Non mi convince troppo: è giusto in questo momento dare continuità a questo modulo di gioco, la squadra non è padrona dei propri mezzi e deve maturare ancora molto. Un ulteriore cambiamento è un salto nel vuoto e non abbiamo voglia di sperimentare a gennaio, anche se il nostro mister non sembra aver paura di nuove scelte e di critiche dai media, anzi: sembra che stare su una graticola esalti le sue qualità. Per cui giornalisti, esperti di calcio (o presunti tali), se non vi disturba troppo continuate pure, grazie.

@simostu9

Facebooktwitter

Rispondi