Cassano & Strascinati

Vi siete gustati l’Happy Hour, ma avete comunque un certo languore? Il Cafè non riposa mai e per la vostra cena propone un piatto non proprio meneghino, diciamo così. In onore di un grande campione che ha vestito anche la maglia rossonera, provate un piatto di Strascinati alla barese.

Mentre in cucina preparano pasta e sugo, recuperiamo i quotidiani di oggi per commentare assieme quella che è stata una notizia sconvolgente per il mondo del pallone: Antonio Cassano ha deciso di smettere con il calcio giocato e appendere gli scarpini al chiodo, come si dice in gergo.

C’erano già state alcune avvisaglie che ciò sarebbe successo. Appena qualche giorno fa era stato annunciato un suo ritorno sui campi di calcio dopo aver concluso in malo modo il rapporto con la Sampdoria che durava da anni. Cassano sembrava un uomo ritrovato, felice e Verona aveva tutte le carte in regola per essere il suo ultimo palcoscenico, degno ambiente per concludere in modo più che positivo e sereno la sua carriera.

Era tutto fatto: contratto con l’Hellas Verona, famiglia felice del nuovo ambiente e pronto a supportarlo per quest’ultima avventura. Qualcosa però è andato storto e per Cassano il sipario si è chiuso forse prima del previsto.

Qualche giorno fa è lo stesso Cassano a comunicare alla stampa di voler terminare anzitempo la sua carriera. Il mondo del pallone è scosso, ma poco dopo “Fantantonio” stupisce tutti ripensandoci e facendo marcia indietro.

Qualche ora fa, altro dietrofront questa volta definitivo. Correggendo un tweet della moglie, che comunicava il desiderio del marito di continuare a giocare, non con l’Hellas Verona, Cassano annuncia di fatto il suo ritiro. Il trentacinquenne ha motivato la scelta non tanto per motivi sportivi, quanto per motivi personali legati alla sua famiglia e ad una sua volontà di esser più vicino ai suoi figli.

La notizia dell’addio di Cassano al calcio ci spiace molto. Non solo perchè seppur per un breve periodo, fantantonio ha indossato la maglia rossonera, ma anche perchè a suo modo è stato simbolo di un calcio che non c’è più, fatto di genio e sregolatezza e di “cassanate” come venivano chiamate alcune sue uscite particolari.

È vero che durante la sua carriera è stato un giocatore non facile da gestire per i compagni e gli allenatori che hanno lavorato con lui, è vero che si ricordano diverse sue “cassanate”, ma è altrettanto vero che con il pallone tra i piedi sapeva fare grandi cose e l’ha dimostrato in tutte le squadre in cui ha giocato. Non ci pare un azzardo affermare che nonostante tutto, Cassano ci mancherà.

Gli strascinati sono pronti. Speriamo siano buoni. Antò, se passi di qua te ne offriamo volentieri un piatto.

Buona vita, e grazie!

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