La Gazzetta sul Bancone: Juve-Milan, 7 gol e gli elogi di Gianni Brera

Il 5 febbraio 1950 sarà sempre ricordata come una data storica, poichè il Milan riuscì a battere la Juventus, all’epoca capolista nel Campionato, infliggendole ben sette gol. Si trattò della prima partita trasmessa in televisione in Italia, anche se l’emissione riguardava la sola zona di Torino. La telecronaca fu diretta da Carlo Balilla Bacarelli.

Crediti foto: Tele Capri Sport

Secondo il critico Gianni Brera si trattò di una delle vittorie più belle ad opera dei rossoneri. Sulle pagine della Gazzetta dello Sport del 6 febbraio, Brera commentò la sensazionale vittoria in questi termini:

Vecchio diavolo d’un Milan. Così largamente ha vinto da guastare un tantino il sapore della vittoria, che clamorosa sarebbe stata in ogni caso. […] Una vittoria così larga e facile da lasciar perplessi: perché stava di fronte al Milan non l’ultima, sebbene la primissima delle squadre italiane, la più moderna di gioco, la più qualificata sistemista, l’ultimo grido in fatto di teorica: e il Milan l’ha stroncata e messa in ginocchio!

Crediti foto: Wikipedia

I diavoli seppero dominare una Juventus già elogiata nel mondo del calcio. Nonostante “qualche passaggio di troppo” e un primo tempo che, a detta di Brera stesso, aveva visto il Milan in black-out totale, la prontezza e la costanza dei rossoneri sul campo di calcio gli permise di stracciare senza alcuna pietà gli avversari.

50.000 persone osservarono il Milan conquistare il Comunale di Torino, muovendosi con destrezza e facendo girare il pallone in campo “come il Grande Torino nei suoi momenti migliori”. Tra i marcatori figurano: Hansen, Nordahl (che mise a segno una doppietta), Gren, il “Barone” Niels Liedholm, Burini e Candiani.

Brera concluse il suo articolo sulla Gazzetta elogiando il Milan sia per le sue abilità tecnico-tattiche, sia per i suoi valori come uomini e squadra:

Molto ci piacque allora il Milan per la sua dignità di squadra, che non ignora i limiti della sportività e della cortesia. L’abbiamo criticato e, da amanti delusi, anche duramente una volta che troppo male giocò per la sua classe. Ora, a dir la verità, facciamo fatica a non esaltarci. E ci è di esempio, in questo senso, lo stesso Milan. Ci è di esempio Gren, mattatore della giornata, e gli tendiamo la mano. Egli fu bravo oggi come tutti, come tutti ha dato l’anima per questa vittoria che pone il Milan sul livello delle poche grandi squadre di valore internazionale che abbia mai avuto, in mezzo secolo, il pur grandissimo calcio italiano.”

Crediti foto: La Gazzetta dello Sport

Oggi come allora la capolista in Serie A è proprio la Juventus, quello che è cambiato è senza ombra di dubbio la mentalità sul campo dei nostri giocatori. Se il mitico Gianni Brera fosse ancora in vita e avesse ancora una penna in mano, non scriverebbe di certo che il Milan da l’anima in campo ogni domenica. In questo caso il passato può aiutarci a ricordare che la nostra vera natura in campo è da combattenti, non da codardi. E che la maglia rossonera non è decisamente per tutti.


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