C’era una volta…. Christian Abbiati

Sono solito scrivere articoli in questa categoria per ricordare campioni del passato rossonero e onorarli come si conviene. Oggi non percorro la storia troppo a ritroso, il giocatore di cui mi accingo a scrivere si è ritirato da neanche una settimana.

Christian Abbiati ha annunciato il suo ritiro al termine della stagione e quella di domenica scorsa, oltre a esser stata l’ultima di campionato, è stata anche la sua ultima partita da giocatore del Milan.

Christian Abbiati nasce ad Abbiategrasso l’8 luglio 1977. Compie i primi passi della sua carriera di portiere già a 11 anni, quando inizia a giocare per l’Aurora OSBG, la squadra della sua parrocchia. Dal 1988 al 1994 gioca nelle formazioni giovanili di Atletic Trezzano, Assago e Corsico.

Nel 1996 difende la porta del Monza, in Serie C e dall’11esima giornata di campionato si impone come titolare. Concluderà la stagione con la promozione in Serie B.

Nel 1998, ad appena 21 anni, viene acquistato dal Milan. Debutta con la maglia rossonera un anno dopo: durante la partita Milan-Perugia del 17 Gennaio 1999 il portiere titolare, Sebastiano Rossi, viene espulso. L’allora allenatore del Milan, Zaccheroni, decide di far entrare al suo posto il giovane Christian. Da allora sostituirà progressivamente un mostro sacro come Rossi, fino a diventare titolare inamovibile.

Nella stagione 2002-2003 perde il suo posto da titolare anche a causa di alcuni problemi fisici. Al suo posto si confermerà un altro grande portiere rossonero: Nelson Dida, che contribuirà con le sue parate alla vittoria della 6a Champions League rossonera.

Dal 2005 Abbiati inzia a girovagare per la Serie A e l’Europa. Prima è ceduto in prestito alla Juventus, come risarcimento in seguito all’infortunio causato da Kakà ai danni di Buffon durante il Trofeo Berlusconi. Resterà alla Juve fino al termine della stagione.

Successivamente è ceduto in prestito al Torino contribuendo alla salvezza della squadra granata.

Nel 2007 il portierone di Abbiategrasso lascia l’Italia e viene mandato in prestito all’Atletico Madrid. Con gli spagnoli conquisterà la qualificazione alla Champions League.

Dal 2008 fino al 15 Maggio 2016 non lascerà più i rossoneri. Durante questi anni alternerà periodi di titolarità a periodi di panchina come secondo portiere. Il suo talento è stato fondmentale per la conquista dell’ultimo scudetto del Milan, nel 2011.

Tornando a tempi più recenti, nell’estate 2014 a Milano sbarca lo spagnolo Diego Lopez, che negli intenti della società avrebbe dovuto imporsi stabilmente come titolare. Abbiati è così costretto ad accontentarsi del ruolo di secondo portiere.

Nel 2015 le cose cambiano ancora. L’allenatore del Milan Mihajlovic taglia Diego Lopez e promuove a titolare il giovanissimo Donnarumma. Abbiati scala ancora una volta le gerarchie e da terzo portiere, si conferma secondo portiere.

Durante la stagione 2015-2016 colleziona 6 presenze, la maggioranza delle quali in Coppa Italia.

Il 14 Maggio 2016 a San Siro si gioca l’ultima partita del campionato di Serie A, Milan-Roma. Abbiati, complice anche la difficilissima situazione del Milan attuale, è relegato in panchina. In cuor suo spera di avere la possibilità di piazzarsi per l’ultima volta a difesa della porta rossonera. Purtroppo Mister Brocchi terrà in campo Donnarumma ed effettuerà le 3 sostituzioni in altro modo.

Il momento delle lacrime di commozione però, è solo rimandato. A fine partita, dopo il triplice fischio finale, Abbiati si gode la standing ovation di tutto il pubblico rossonero e, quasi in lacrime, si concede un giro di campo e saluta compagni e avversari che lo tributano con grande sportività.

Il momento più toccante però è un altro. Anche chi scrive si è commosso. Abbiati si dirige verso la Curva Sud per ricevere l’abbraccio dei suoi tifosi. Improvvisamente chiama a sè il giovane Donnarumma. Lo accompagna sotto la curva, gli stringe i polsi e gli alza le braccia al cielo, indicandolo ripetutamente. Gigio è visibilmente commosso. Quel gesto non è un semplice saluto tra compagni di reparto. Quel gesto è molto di più. È una nomina, un’investitura. Abbiati nomina il suo erede.

Con questo gesto, Abbiati nomina Donnarumma come suo erede.
Con questo gesto, Abbiati nomina Donnarumma come suo erede.

Con l’addio di Abbiati, si chiude definitivamente un ciclo vincente. Così come spesso è stato l’ultimo baluardo in campo, l’ultima difesa, anche nel ritiro è stato l’ultimo a lasciare il calcio giocato e l’ha fatto nel modo migliore: guardando il futuro.

Ciao Christian, grazie di tutto.

@TheRub14

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