Il Questionario di Kilpin: A tu per tu con Gloria

Cari lettori di Kilpin Café, come avrete notato il nostro sito ha subito una vera e propria rivoluzione (quasi) totale in termini di contenuti. Tra le nuove rubriche che abbiamo pensato, è nato il Questionario di Kilpin: un simpatico adattamento del famoso questionario del filosofo Marcel Proust.

Ogni venerdì un tifoso o una tifosa milanista risponderà a 10 domande, raccontandoci cosa significhi per loro essere milanisti. Questa settimana è Gloria ad inaugurare la nostra rubrica. Buona lettura e Forza Milan, sempre!

Crediti Foto: Michael Gola (Twitter)

La qualità che preferisco in un giocatore.

Sicuramente la fantasia, intesa come capacità di pensare giocate che altri non avrebbero mai pensato; vedere spazi dove sembrano non esserci e tentare cose difficili sono caratteristiche dei giocatori intelligenti e coraggiosi.

Quello che apprezzo di più in un giocatore, umanamente e professionalmente.

Mi piacciono i giocatori che non si arrendono mai e affrontano con serietà qualsiasi partita. Umanamente apprezzo chi sa essere rispettoso degli avversari e dello spirito del gioco. Un’altra qualità che penso sia rara ma importante è la capacità di comportarsi in modo giusto, di pensare con la propria testa, anche quando significa andare contro il pensiero della maggioranza, attraverso gesti o parole scomode.

Il mio sogno di felicità in termini calcistici.

Parlando da milanista la riposta è troppo facile: vedere questo Milan, magari con Gattuso alla guida, vincere la Champions. Forse chiedo troppo, ma sarebbe davvero un sogno.

Il mio eroe milanista del passato.

Se per “eroe” si intende il giocatore che più mi ha emozionato non posso che rispondere Andriy Shevchenko: era semplicemente unico e negli anni in cui ha giocato ad alti livelli era il migliore, segnava in tutti i modi. E ogni volta che vedo una sua foto o lo sento parlare provo un misto di tenerezza e malinconia difficile da spiegare.

Crediti foto: La Gazzetta dello Sport

Il mio eroe milanista del presente.

Il primo a cui ho pensato è Hakan Çalhanoglu, perché ha quella fantasia di cui ho parlato prima. Sembra anche una persona gentile e buona, che però sul campo dà tutto per i compagni. Spero che possa riprendersi e meritarsi a pieno il numero che porta sulla maglia.

La partita che ricordo con più piacere e che mi ha lasciato più emozioni.

Sarebbe facile rispondere “una delle finali di Champions” ma, parlando di partite recenti, Bologna-Milan vinta 0-1 giocando in 9 è stata una delle partite più assurde che io abbia mai visto, una di quelle che mi ricorda che nel calcio può davvero succedere di tutto. Eravamo in un momento difficile, ma in quella partita tutti, titolari e non, avevano lottato con uno spirito incredibile e alla fine stavo piangendo, con singhiozzi e tutto!
Parlare di una sola partita comunque è riduttivo, ce ne sono tante altre che mi hanno dato emozioni simili.

Crediti foto: Tuttosport

L’impresa calcistica che ammiro di più.

Mi hanno sempre affascinato i percorsi di quelle nazionali che riescono a vincere il Mondiale, perché è un contesto differente rispetto a una competizione tra club e ci devono essere diversi fattori che si allineano nel modo giusto. Ovviamente penso al Mondiale del 2006, dove l’Italia aveva una squadra forte ma ha anche dimostrato di essere un gruppo vero. E la semifinale contro la Germania fu quasi più emozionante della finale stessa, non penso abbia bisogno di descrizioni.

La colonna sonora che mi gasa prima di ogni partita.

Non è una canzone particolarmente ritmata ma Canto Rossonero mi fa sempre sentire come se stessi andando a San Siro, anche se in realtà sto semplicemente tornando a casa di corsa per vedere la partita!

Il calciatore scomparso che richiamerei in vita.

Domanda difficile… Sarebbe bello poter far vedere a Kilpin cosa è diventato il suo Milan, i successi che abbiamo raggiunto, i grandi calciatori che hanno giocato per noi: credo che ne andrebbe molto fiero.

La tua citazione preferita legata al Milan.D

Penso che quello che scrisse Inzaghi nella sua lettera di addio ai tifosi riassume il legame unico che può formarsi tra i giocatori e i tifosi. Spero che questa squadra possa legarsi a noi tifosi, e noi a loro, in modo speciale:
“La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.”

Gloria (classe 1993) vive a Milano. Laureata in Filosofia, si divide tra la passione per il Milan e la danza classica. Potete trovarla su Twitter: @Gloria1309.

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