Sergente Sinisa, Samurai Honda, cecchino Carlos: l’esercito prosegue la marcia.

Ci abbiamo preso gusto e questo fa molto piacere. Stiamo imparando a vedere una squadra, da qualche settimana a questa parte, con un’identità, con un gioco, neanche troppo brillante ma cresce anche quello, con spirito di sacrificio e con tante qualità che hanno le grandi squadre. Sia chiaro: siamo ancora un po’ lontanucci da definirci tale, ma la sensazione è che la strada intrapresa dal mister è quella giusta, con alti e bassi ovviamente.

Abbiamo 14-15 giocatori contati su cui fare affidamento e di certo non è il massimo se vuoi competere a livelli più alti ma c’è qualcosa da cui ripartire e ritornare a sognare. Domenica ci riscattiamo dopo la prestazione sfortunata e poco cinica contro i friulani che saccheggiano San Siro conquistando un punto davvero immeritato. Contro la società amica Genoa, che poi tanto amica sul campo negli anni non si è mai dimostrata (chiedere a Romagnoli all’andata ed a Pazzini per quel maledetto infortunio che lo lasciò fuori per Barcellona-Milan), mettiamo subito le cose in chiaro con il solito Bacca che sfrutta una giocata da vero samurai: rincorre disperatamente un pallone che Jack lascia intelligentemente e serve un cioccolatino delizioso per il colombiano che ne sa qualcosa di un-tiro-un-gol, o “1 Shot 1 Kill” per gli amanti dei videogiochi sparatutto. La squadra mostra compattezza e voglia di fare: Alex e Romagnoli sugli scudi (Gazzetta dello Sport 6: non aggiungiamo altro), Jack a mezzo servizio tornato da un infortunio ma comunque uomo chiave per alcune giocate, Bertolacci migliorato ma ancora non il giocatore che abbiamo apprezzato a Genova, Montolivo che strappa applausi ad un San Siro che tanto lo aveva ma che adesso gli riconosce l’impegno e le prestazioni davvero convincenti. E soprattutto Honda: vi ricordate quando fu sostituito contro il Bologna e fu (ingiustamente) fischiato? Da quel momento un altro giocatore che di certo non ha nelle corde giocate da fuoriclasse ma mette tutto in campo: sacrificio, qualità e tanta voglia di fare. Nota stonata uno spento Niang che incanta San Siro con qualche giocata funambolica davvero di classe ma che non sono abbastanza per far dimenticare la mancanza di lucidità in alcune occasioni chiave. Una delle note positive è il rientro di Jeremy Menez, accolto da San Siro con un lunghissimo applauso che testimonia come i tifosi abbiano apprezzato il fatto che l’anno scorso si è preso la responsabilità di trascinare la squadra insieme a pochi altri. Poi il blackout, con il solito De Sciglio che era riuscito a non far imbufalire nessuno ed il solito gol dell’ex del fischiatissimo Cerci: se non facciamo segnare qualcuno d’indesiderato e non soffriamo negli ultimi due minuti non siamo contenti ed a questo proposito il mister è stato chiaro. Chi non s’impegna fino alla fine non vedrà più il campo: il riferimento a Balotelli è abbastanza palese, ma volendo spezzare una lancia nei suoi confronti ha ricevuto una botta piuttosto evidente che lo ha fatto zoppicare anche a fine partita.
Nel posticipo serale tra due squadra che non stanno vivendo il periodo migliore, l’ha spuntata la Viola negli ultimi istanti mandando all’inferno quelli lì: -2 dai cugini ma un match contro il Napoli che sarà davvero molto difficile vista la loro voglia di riscatto per il solito match deciso da un episodio fortunoso per i bianconeri che si portano in testa alla classifica. E’ il momento migliore per affrontarli? Forse sì, forse no: sulla carta il match è proibitivo, tuttavia dalla squadra ci si aspetta una prova dignitosa e non rinunciataria. Le partite vanno giocate tutte e bisogna provarci anche contro il Napoli. Per il trenino Champions vedo favorita la Roma ma nessuna di queste tre squadre è “affidabile”: il nostro dovere è quello di provarci fino alla fine e sperare di superare più squadre possibili. Guai a chi molla, il meglio deve ancora venire.

@simostu9

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