Milan: se ci sei, batti un colpo (ed il Carpi).

Ennesimo lunedì rossonero da qualche anno a questa parte: pieni di rammarico, rabbia, stupore e di domande. “Milan, chi sei?”, “Silvio compra questo!”, “Silvio compra quest’altro!”. E come sempre nessuno ci ascolta: ci toccherà anche oggi, così come domani o dopodomani, sognare il Milan che abbiamo sempre conosciuto ben diverso da quello visto ultimamente.

Sabato a Roma qualche piccolo segnale di ripresa: dopo un inizio a dir poco sconcertante dove Rudiger e Romagnoli si sono scambiati le abilità (letta su Twitter da @HoldTheMilan ed ancora rido), nella seconda metà di partita dominiamo i giallorossi, o meglio quello che resta dei giallorossi. Raggiunto il gol del pareggio con Kucka attacchiamo un po’ ma poi ci fermiamo: ecco, vorrei soffermarmi su questo punto chiave che ha caratterizzato gli ultimi anni rossoneri. Quest’insopportabile voglia d’accontentarsi di un pari contro una squadra che avrebbe perso contro CHIUNQUE sabato, deve assolutamente abbandonare Milanello. Una squadra normale e non impaurita, avrebbe attaccato fino al 95’ e probabilmente avrebbe segnato. Noi invece no: 10 minutini e poi basta, il compitino è stato fatto prendendoci i complimenti e vincendo la squallida partita del chi ha giocato meglio, del chi meritava e di chi ha tirato più in porta. Il primo segnale di maturità deve passare da questi momenti: si può vincere, pareggiare o perdere vista l’organico incompleto ed avversari sempre più spietati ma non provarci fino all’ultimo non è da Milan. Non ci sono alibi e quelli contro la Roma sono punti persi così come contro Carpi, Verona, Bologna dove potevamo essere molto più fortunati e meno sfavoriti dagli arbitri, ma non possiamo aggrapparci a scuse. Sebbene il nostro organico sia più incompleto delle prime cinque, avevamo il dovere di superare la Roma in questo girone d’andata e perché no, sognare di seguire il trenino con la speranza che il nostro presidente potesse investire qualcosina a gennaio. Ed invece siamo qui, superati da Sassuolo ed Empoli, a rimproverare i nostri ragazzi delle occasioni sprecate e con la testa a mercoledì.

Esatto, il principale obiettivo del Milan è la Coppa Italia. Me lo avessero detto 10 anni fa, mi sarei fatto una grassa risata ma oggi è pura realtà. Non vuole essere il mio un atteggiamento sprezzante nei confronti di questa competizione, non è questo il momento per fare gli schizzinosi, anzi: ho sempre rimproverato alla società questa mancanza di voglia di vincere la coppa che avrebbe aggiunto qualche triplete alla nostra gloriosa storia. Contro il Carpi non si può sbagliare, anche perché dopo incontreremmo la vincente tra Spezia ed Alessandria: non esattamente un match proibitivo, ecco. Loro non hanno nulla da perdere noi sì: oltre alla possibilità di vincere un trofeo, ci giochiamo anche la possibilità di arrivare in Europa League nel caso dovessimo fallire in campionato. Mica male.

Capitolo mercato: potrei anche finire qui. In realtà mi vergogno a scrivere che siamo interessati a Bedimo, terzino sinistro 31enne del Lione che va in scadenza a giugno (una settimana fa scrissi un elenco dei giocatori più interessanti in scadenza e forse Galliani ha letto solo il titolo perché il nome del terzino non l’ho fatto), e ci contendiamo il giocatore con Besiktas e WBA. Voglio credere che L’Equipe abbia preso un granchio e che in realtà la notizia sia falsa. Per El Shaarawy è tutto in standby ma l’accordo sembra esserci: la Roma ha temporeggiato poiché sta valutando l’esonero di Rudi Garcia e dovrà poi confrontarsi con un nuovo allenatore. Per Cerci sembra fatta e si aspetta l’ok dell’Atletico Madrid (FATE PRESTO, VI PREGO!). In entrata non ci sono novità sostanziali ma non è una novità: non sono mica questi i giorni del Condor.

@simostu9

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