Milan, adesso puoi davvero crederci.

Dopo una settimana passato ad osservare video di quello che purtroppo non ho mai potuto vedere, dopo giorni passati a pensare al mio Milan durante trasmissioni sportive che raccontano cos’è stato e cos’è il Milan, temevo che tutto questo distraesse dall’attualità ovvero una squadra non all’altezza della sua storia ma che comunque piano piano e con piccoli passetti alla volta grazie a sacrifici, sta ritrovando se non altro uno spirito, un’anima, quella del Diavolo. Il teatro del San Paolo, alla viglia di questa partita, sospettavo fosse il peggiore per festeggiare i fantastici 30 anni di presidenza Berlusconi, ma vengo puntualmente smentito per fortuna. Eppure il weekend per i partenopei si era proprio messo bene: pareggio della Juventus contro il Bologna dei miracoli guidati da Mister Donadoni che non può non essere nel taccuino del Condor in caso di sostituzione a fine anno di Mihajlovic. Continuo a rimanere scettico riguardo il rendimento di questa squadra fatto di alti e bassi, ma non si può di certo dire che il Milan visto nel 2016 sia comunque una squadra con un comune intento: quello di vincere, o se non altro non sfigurare. Al San Paolo ci chiudiamo bene e non soffriamo dal punto di vista delle occasioni sebbene il pallone non è stato in nostro possesso se non poche volte. Una difesa davvero sugli scudi a partire da Zapata, l’inaspettato Zapata, che sostituisce egregiamente un febbricitante Romagnoli e marca perfettamente quello che è il miglior attaccante della Serie A. E poi solito copione: spingiamo sulla fascia sinistra con Jack che più volte dà il benservito ad Hysaj ed Allan dimostrando qualità, cuore e tenacia. Fa male vedergli appena due presenze in nazionale ma non è difficile immaginare che Conte lo abbia sul suo block notes. Sulla destra il solito Honda degli ultimi tempi: nessuna giocata di alto livello, a parte una pennellata in mezzo deviata da Koulibaly che va a finire sui piedi di Bonaventura che al volo di destro pareggia il fortunoso gol d’Insigne su deviazione fortuita di un eccellente Abate. Resistiamo, combattiamo, non molliamo e soprattutto rischiamo di uscire dal San Paolo con il bottino pieno se solo Niang si ricordasse che il suo ruolo in campo è quello di metterla dentro: non ce la sentiamo di prendercela con il ragazzo che per 90 minuti ha corso con cuore e sacrificandosi molto ma purtroppo è ormai evidente che la porta non la vede facilmente e lì un killer avrebbe bucato per la seconda volta Reina.
Il pareggio è risultato che nella sostanza non muove la nostra classifica ma otteniamo un punto contro una squadra che probabilmente ne leverà molti alle nostre dirette concorrenti per i posti in Europa, ed in vista di Fiorentina-Napoli e Juventus-Inter, nella speranza che i bianconeri restituiscano il favore (Mr.Allegri ha visto quanto teniamo a lei?), non è delittuoso pensare a posizioni migliori del sesto posto attuale. Abbiamo dimostrato contro le squadre di un certo livello, da gennaio in poi, di avere carattere in campo che dovrà necessariamente uscire fuori anche nelle partite contro squadre di media-bassa classifica se vogliamo continuare il cammino verso l’Europa. Il segnale positivo che mi sento di sottolineare è la soddisfazione per non aver perso contro una squadra che fa un campionato a parte ma anche il rammarico da parte della squadra e del mister per non aver sfruttato l’occasione di Niang, sintomo del fatto che abbiamo finalmente preso gusto a vincere e che non ci si accontenta mai: chi crede, vince. O meglio, visti i tempi attuali “chi crede, non perde”.

@simostu9

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