Milan 1-1 Inter. Vi racconto un’emozione

“Il primo amore non si scorda mai”. Già, e nemmeno il primo derby.

Oggi voglio fare un pezzo introspettivo, dove, se vorrete, potrete rivivere parte delle emozioni della stracittadina così come le ho vissute io.

Tendenzialmente non sono un curvaiolo, nonostante sia Rossonero fino all’ultima cellula del mio corpo. Ho sempre ritenuto l’andare a San Siro come un qualcosa da fare assolutamente in compagnia, cosa che non sempre mi è stato possibile fare. Per questo derby però, son riuscito ad invertire il trend e ad esserci.

Tutta la settimana precedente le 20:45 di domenica sera è stata un calvario, un turbinio di opinioni, formazioni, statistiche, sfottò pre gara, ma soprattutto ricordi di derby passati. I Media e i Social eran tutti in fibrillazione, anche grazie al contributo delle pagine ufficiali delle due squadre, che hanno lanciato il #TwitterFairPlay e si sono menzionate a vicenda stimandosi e stuzzicandosi reciprocamente.

La partenza per San Siro l’ho fissata per le 18, con tutta Milano in giro, non si sa mai. In realtà poi non ho trovato tantissima gente in giro a quell’ora, di più nei dintorni dello Stadio come giusto che sia.

La fortuna (e l’aver anticipato i tempi) ha voluto che non ci fosse tanta coda per entrare e superare il tornello, così per le 19:50 circa, sono al mio posto in Curva. Son già stato altre volte, ma oggi è il derby, c’è un’aria diversa. I “Casciavìt” son lì, ci son sempre stati, prima dell’inizio ci si racconta le partite del passato, molte delle quali viste proprio nello stesso posto. Qualcuno rievoca il celeberrimo 6-0. Io però ho paura, sono tesissimo…non riesco a star sereno…troppe incertezze in questa squadra, troppa paura dell’ “effetto Mancini”. E se poi gli gira bene?

Ma non c’è il tempo per tutte queste congetture, ormai ci siamo, pensare non serve. E’ quasi l’ora…davanti a me la curva avversaria prepara la sua coreografia, sopra di me, succede altrettanto. 20:43, le squadre sono in campo, davanti a me vedo sempre e solo il telone della nostra coreografia e nient’altro. Qualcuno dietro di me intima i ragazzi a lasciar andare il telone e farci vedere il campo. Pochi istanti dopo il telone viene lasciato e si apre letteralmente il sipario, nell’esatto momento in cui i nostri ragazzi danno via all’incontro con il calcio di inizio. Si parte, Forza Milan!

Tutto un tratto l’ansia sparisce, ormai sono un tutt’uno con i colori, la gente e i giocatori in campo. I ragazzi però all’inizio sembrano impauriti, soffrono un po’ la pressione avversaria. Errore clamoroso di Muntari (ne farà un sacco, facendomi penare tutte le volte), Icardi è solo contro Diego Lopez, ma gli spara il pallone addosso. Mani tra i capelli per quello che stavamo per combinare!!

Col passare dei minuti cresciamo noi, pian piano proviamo a fare gioco. Come un fulmine a ciel sereno, una bella azione nostra, palla larga per Elsha, che mette un cross teso in area di rigore e Menez al volo batte Handanovic. Viene giù TUTTO. Indescrivibile quel momento. L’inter però non molla, e si rende pericolosa in diverse occasioni, soprattutto con Icardi.

Il primo tempo comunque rimane 1-0 per noi. Rifiato, ora è tornata l’ansia, l’1-0 non mi fa stare tranquillo, sti qua non muoiono mai, Forza Ragazzi!

Le mie paure purtroppo si concretizzano. I nostri dopo aver cominciato la ripresa paiono stanchi, sulle gambe. Loro han grinta, spinti anche dalla loro curva. E dai e dai, alla fine il loro maledetto gol arriva, dal giocatore più improbabile del pianeta, uno che si chiama come una catena di Ipermercati: Obi. Grave errore di Zapata che liscia il pallone poco fuori la nostra area e gol di Obi, che per altro non tira fortissimo il pallone, ma Diego Lopez non ci arriva.

Per un attimo lo stadio si zittisce, brutto colpo questo. Loro son carichissimi adesso, spingono forte, però noi potremmo approfittarne in contropiede, abbiamo giocatori veloci. L’ho pensato, e infatti… palla recuperata a centrocampo e lancio per El Shaarawy. Stephan corre più veloce del difensore avversario, è solo davanti ad Handanovic, dai che la piazza ed è estasi. Tira, alza quel maledetto pallone, che si abbassa, ma non troppo, finendo stampato sulla traversa. Nemmeno qualcuno l’avesse telecomandato!! La traversa ci ha condannato, per me la partita è finita con questa grande occasione persa.

Dalla parte opposta rispetto alla mia posizione esultano come avessero segnato, la solita fortuna loro. Però la ruota gira, e poco dopo siamo graziati anche noi nello stesso modo. Icardi gira il pallone dopo un bell’assist di un compagno, ma la palla per fortuna scheggia l’incrocio dei pali, mani tra i capelli per lui e per me, cosa si son mangiati!!

Noi non ne abbiamo più, siam sulle gambe, giochiamo solo di contropiede (quando possibile). Gli ultimi minuti proviamo un disperato assalto per il 2-1, ma anche l’ultima palla buona per Poli, va fuori di un nulla, segno che questa partita non dovevamo portarla a casa, e che alla fine per quanto si è visto il pari è stato risultato giusto.

Una volta tornato a casa, stanchissimo, a pezzi, indolenzito, infreddolito, senza voce, sfogo la mia curiosità andando a vedere la nostra coreografia. Recitava “Quando sei all’inferno, solo il Diavolo può salvarti.” Che inferno sia sempre per gli avversari, io in mezzo ai nostri colori, alla nostra gente, mi sono sentito in Paradiso, aldilà del risultato.

#ForzaMilan

@TheRub14

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