La Gazzetta sul Bancone: Quando Paolo Maldini dichiarò “Da grande farò la bandiera del Milan”

Era il 3 settembre 1989 quando un giovanissimo Paolo Maldini conversava con il giornalista Paolo Condò a proposito del suo futuro tra i Diavoli rossoneri. Una delle frasi che rimase impressa nelle pagine di quel numero della Gazzetta dello Sport fu: “Da grande farò la bandiera del Milan.”

Crediti foto: AC Milan

Durante la sua chiaccherata con Paolo Condò, Paolo parlò del suo carattere e della sua attitudine dentro e fuori dal campo, del rapporto con il padre Cesare, un’altra bandiera del Milan fin dagli anni ’60, e dei suoi obiettivi presenti e futuri legati alla squadra che lo ha letteralmente cresciuto consacrando la sua carriera.

E pensare che da piccolo tifavo Juventus e stravedevo per Bettega. Allora consideravo questi campioni come dei miti, qualcosa di irraggiungibile. Poi, da professionista, cambiano un sacco di cose: ti ritrovi a marcare Maradona e ti sembra del tutto naturale.”

Paolo Maldini

Tuttavia, Maldini legò la sua intera carriera al Milan e appena sedicenne, nel lontano 1985, venne convocato per la prima volta in trasferta contro l’Udinese. Con la numero 14, esordì in campo guidato dall’allenatore Niels Liedholm e in breve tempo divenne una promessa del calcio italiano.

Crediti foto: Allsport UK/Allsport

Il 4 gennaio 1987 realizzò il primo dei suoi 29 gol in Serie A durante Como-Milan (0-1), ma fu l’arrivo di Arrigo Sacchi nella stagione 1987-1988 e l’inizio dell’era degli “Immortali” a rappresentare lo sfondo dei primi grandi successi di Paolo: lo scudetto e l’anno successivo, il 24 maggio 1989, la Champions League contro lo Steaua Bucarest.

Ho bruciato le tappe ad ogni livello, dalla Serie A all’Under 21, alla Nazionale maggiore. E senza mai perdere un colpo. […] Facevano allusioni al fatto che giocassi soltanto perchè ero figlio di mio padre. Poche cose, e quasi mai da parte degli avversari: i cattivi erano tra il pubblico, piuttosto. Ma in generale capivano rapidamente che non ero lì perchè raccomandato.”

Riguardo al padre Cesare, colonna portante della sua vita umanamente e professionalmente, Paolo dichiaro:

Mio padre ha sempre separato nettamente lavoro e famiglia. Rivera da noi a cena, giusto per intenderci, non è mai venuto. […] Nessun poster del Milan, nessuna coppa, niente di ingombrante. Certo, anche io e mio fratello qualche volta abbiamo approfittato del ruolo di nostro padre: ricordo una gita a Milanello, una mattina, avrò avuto 5 anni e Abertosi si era messo in porta a parare i miei infantili calci di rigore. […] All’oratorio, dove andavo a tirare i primi calci al pallone, c’era sempre un allenatore che mi diceva “Mi ricordi tuo padre”. Sono piccole cose che mi han sempre fatto piacere. Non ho mai avuto complessi di inferiorità davanti alla notorietà del papà. Comunque ce n’è voluto di tempo, anche crescendo nel Milan, perchè i confronti finissero.”

La parte sicuramente più emozionante di questa intervista, risiede nella risposta che Maldini junior diede alla domanda: “Cosa farà da grande?“. Appena 21enne, Paolo si dimostrò un ragazzo con le idee chiare, incondizionalmente devoto al Milan, alla sua storia e a quella dei calciatori che hanno calcato il prato di San Siro fin dalla sua fondazione:

La bandiera del Milan, spero. Ho firmato un contratto fino al ’93, penso che sia una tappa e non un punto d’arrivo. Fin dall’esordio ho giocato accanto ad un uomo che per me è un modello, Franco Baresi, e vorrei tanto ripetere quello che ha fatto e sta facendo. Chissà, magari ereditando, fra tanti anni, la sua fascia di capitano e magari il suo ruolo”.

Crediti foto: Catawiki

Inutile dire tutti i traguardi che negli anni a venire Maldini collezionò con il Milan, tra i quali due Coppe dei Campioni (Manchester nel 2003 contro la Juventus e Atene nel 2007 contro il temuto Liverpool). Tutti quei traguardi li raggiunse indossando la fascia da capitano, coronando un sogno per sé stesso e per tutti i rossoneri nel mondo.

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