La Gazzetta sul bancone: “Penso dunque zono”. Arrigo Sacchi

Le ultime giornate di campionato, inevitabilmente, si portano dietro discorsi sul futuro e sulle manovre per iniziare al meglio la prossima stagione.
Tra questi discorsi, il più interessante per i tifosi di molte squadre è quello riguardante l’allenatore che sarà sulla panchina da luglio 2019.

Anche per il Milan ci si interroga su chi sia l’allenatore per il post-Gattuso (se succederà). Mentre attendiamo tutti notizie più certe sul futuro, ci piace ricordare un grande allenatore e come la stampa di 31 anni fa ne parlava denominandolo “il profeta di Fusignano“.

Arrigo Sacchi.

Il 18 Maggio 1988 la Gazzetta dello Sport riportava un bellissima pagina di analisi su Sacchi, tramite due articoli di Enrico Maida e Roberto Beccantini.

Sacchi è l’uomo del momento. È al suo primo anno da allenatore del Milan dopo la precedente avventura al Parma che tanto aveva stregato il presidente Silvio Berlusconi e l’aveva convinto a puntare su di lui per rilanciare i rossoneri.

Il nuovo tecnico del Milan ha iniziato la sua prima stagione con la vittoria dello scudetto dopo un’intensissima battaglia fino all’ultima giornata con il Napoli. È il primo dopo 9 anni di digiuno e sarà la prima di molte vittorie rossonere targate Sacchi.

“La mia squadra è un’orchestra, basta uno che sgarri ed è finita.”

Arrigo Sacchi

Sacchi sta rivoluzionando il calcio mondiale, solo che ancora non lo sa. Il suo gioco corale, in cui tutti i giocatori devono saper far tutto e la squadra comportarsi veramente come un’orchestra, incanterà l’Italia e l’Europa.

“Penso dunque sono”: la vecchia massima di Cartesio si adatta splendidamente al nuovo profeta del calcio italiano, Arrigo Sacchi. “Penso dunque zono”, più che un gioco di parole è una filosofia che i fatti hanno eletto a vincente”.

Roberto Beccantini (dall’articolo sulla Gazzetta che porta la sua firma)

Tra le varie domande che il giornalista fa a Sacchi, alcune sono interessanti e applicabili alla situazione contemporanea del Milan:

“Voce del popolo: più del bravo allenatore, contano i bravi giocatori.”

Mi sembra molto limitato dire “se ho i bravi giocatori vinco, se non li ho non vinco”, ma allora che ci stiamo a fare noi tecnici…Ho sempre cercato di avere un gioco. Se le basi sono solide, i giocatori si realizzano. Io credo che nessun giocatore possa sostituire il gioco”.

“Parliamo di schemi. I suoi schemi”

Un giorno, non ricordo più dove, lessi che non ne avevamo. Di solito a Milanello facevamo un’ora di schemi. Oggi, di ore di schemi non ne faremo una, ma due, perchè hanno detto che non abbiamo schemi…La mia paura è quella di non vedere un altro calcio. E questa paura si chiama presunzione, il male del nostro secolo”.

“Abbiamo l’impressione che gli allenamenti la stuzzichino più delle partite…”

“Matematico. sapendo come si allenano, riesco a capire come giocano. E in più mi danno idee. Ha ragione Massaro: sono uno che urla al giovedì, ma mai la domenica….

Estratti di un’intervista di 31 anni fa, ma che dovrebbero far riflettere sull’attuale situazione del Milan. Potrebbe essere una buona idea provare a ripartire da un allenatore che imposta tutto il suo lavoro e quello dei giocatori a disposizione, in funzione di un gioco che faccia rendere tutti al meglio.
Una delle ultime volte che il Milan ha scommesso sul gioco è andata bene, no?

Facebooktwitter

Rispondi