La Gazzetta sul Bancone: “Milan Campionissimo” ad Atene nel 1994

L’appuntamento consuetudinario con la Gazzetta sul Bancone ci riporta indietro al 18 maggio 1994, anno della vittoria di una Champions League per il Milan di Fabio Capello.

La sfida finale venne disputata ad Atene contro il Barcellona del grande Johan Cruijff, al quale viene dedicato il titolo di un articolo della Rosea a cura di Candidò Cannavò:

Il trofeo è la faccia di Cruijiff. Se il Milan vuole godersi in eterno questo trionfo, con gli stessi sapori di ieri sera, ordini al miglior fotografo italiano una serie di ritratti della faccia di Johan, stravolta in una indimenticabile smorfia. Era l’attimo in cui Marcel Desailly, il gladiatore nero, metteva in rete il pallone del quarto gol. Questo è il momento topico di una storia di calcio incredibile ed esemplare, che è anche una storia di vita“.

Cannavò ricordò come in quell’attimo, il campione olandese si sentisse profondamente ferito nell’orgoglio dopo che la sua squadra era stata data per favorita, avendo segnato in sole 11 partite ben 26 gol.

Eppure quel Milan era magico, aveva qualcosa di unico, speciale, che nessun’altra squadra possedeva:

Signori, siamo qui a parlare di una delle vittorie più eclatanti nella storia del nostro calcio di club. Non so quale altra possa esserle paragonata: non tanto per i meriti, quanto per la sua rotondità, per il suo sapore beffardo e provocatorio, per la bellezza dei gol che l’hanno costellata. Una serata di quelle destinate, come dicevamo ieri, ad attraversare indenne la storia chissà per quanto tempo“.

D’altornde Johan se l’era un po’ cercata la beffa…. Basta pensare alla vigilia della partita e alle sbruffonate barcellonesi servite da parte di tutta la squadra spagnola, mettendo quasi in discussione le capacità dei rossoneri e del loro allenatore. “Il Calcio siamo noi” aveva detto sempre Cruijff “e l’Europa deve incoronarci“.

Crediti foto: Milan Live

E come glielo spieghi ad una leggenda del calcio che si sarebbe sbagliato completamente? Come glielo spieghi a che a fine parita sarebbe stato incoronato il talento naturale di Massaro, il genio di Savicevic, che con il suo gol ha quasi ricordato Maradona; e lo stesso Fabio Capello, ritenuto quasi incapace di poter sollevare al cielo una coppa.

Senza Baresi e Costacurta, l’allenatore dei Diavoli ha inventato il Milan più bello e forte, più esaltante della stagione, facendo quasi pensare che lo avesse tenuto nascosto per tirarlo fuori nella serata della grande verità“.

Una verità ben lontana dalle aspettative di qualsiasi tifosi blaugrana, meno dalle aspettative di chi nel Milan, nella sua storia, nella sua tradizione e nei suon campioni, non aveva mai smesso di credere.

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