Gambero rossonero: missione maturità fallita. Con l’Alessandria sarà (forse) più bella.

In questa settimana ho pensato più volte alle parole da scrivere il lunedì, ed il giorno è arrivato. Speravo di scrivere che la nostra squadra ha trovato finalmente una quadratura, un buon grado di maturità, un atteggiamento diverso da vera big del nostro campionato. Ed invece di big abbiamo, oltre che il nostro passato, solo i rimpianti: sì perché per la seconda volta in due anni usciamo dal Castellani con un 2-2 con la consapevolezza che rispetto alla partita contro la Fiorentina, è stato fatto un grande passo indietro.

Forse dobbiamo rassegnarci, la nostra dimensione è questa, così come la nostra mediocre mentalità: una squadra non consapevole di partecipare ad un campionato in cui si ritrova a due miseri punti dalla quinta in classifica, pur facendo 21 partite non proprio indimenticabili. La percezione che ho avuto, guardando incredulo quello che i nostri ragazzi stavano facendo, è che non capiscano l’importanza di certe partite, l’importanza di porsi l’obiettivo e raggiungerlo, la voglia di zittire e mettere a tacere coloro che da cinque mesi non fanno altro che dire che abbiamo una rosa mediocre. Non che da una partita si possa pervenire a questo risultato, ma il Milan le prove di maturità quest’anno le ha fallite tutte o quasi, per cui tocca dar ragione ai denigratori dei colori rossoneri, o meglio: è possibile che questa rosa abbia dei valori nascosti ma la personalità è altrove ed è distribuita su pochi giocatori. Entriamo in campo con paura, nei primi cinque minuti si è visto un atteggiamento da provinciale contro una provinciale, con tutto il rispetto per l’Empoli che quest’anno ha insegnato calcio ovunque e contro chiunque: un lampo di Bacca, in lieve posizione di fuorigioco, ci porta in vantaggio. Io, tifoso incurabile dei colori più belli del mondo, ho pensato: “Vuoi vedere che riusciamo ad ingranare pur giocando male?”. Ho visto male: passano pochi minuti e l’ex Saponara ci castiga superando un Romagnoli in evidente difficoltà con i giocatori più veloci e serve un assist facile per Zielinski che batte Gigio, colpevole di un posizionamento da rivedere. E ritorniamo ai soliti errori: non siamo capaci di gestire la partita a meno che, come contro la Fiorentina, non facciamo il match della vita. Non esattamente il massimo per una squadra che aspira a tornare nella posizione che gli compete. Segniamo fortunosamente il 2-1 con il solito Jack (che ho visto affaticato e ci torneremo successivamente), ma Maccarone ci castiga ancora. Ed il risultato lo sapete tutti: la delusione è forte e la sensazione di aver sprecato tantissime opportunità c’è, oltre al nervosismo per gli atteggiamenti dei giocatori visti in campo. Uno su tutti Balotelli che si becca il cartellino giallo: lo so, non v’importa nulla del cartellino, ma la Gazzetta ci teneva a precisarlo e l’ha perfino scritto in prima pagina. Il rammarico c’è anche per i due rigori netti, palesi, solari non dati ancora una volta: ehi, vi assicuro che non ci offendiamo se ogni tanto fischiate un rigore anche per noi: in effetti è da molto tempo che non leggo #rigoreperilmilan.

L’occasione per riscattarci ce l’abbiamo domani con la speranza che con “l’Alessandria sarà sempre più bella”, storpiando le parole di una canzone di Fabrizio Moro. L’avversario non è proibitivo ma guai abbassare la tensione: è anche un’occasione per chi ha giocato pochi minuti per mettersi in mostra agli occhi di mister Mihajlovic e far vedere che nell’arco di questa stagione possono rivelarsi utili. Anche perché, come avevo accennato prima, ho visto in alcuni giocatori un crollo fisico. Jack ha giocato 20/21 partite in campionato, ad esempio, Honda sta giocando sempre, così come Abate, Romagnoli, Montolivo. Nel mio post precedente ero contro al cambio di modulo, e lo sono ancora: ma a pensarci bene, è difficile pensare che questa squadra possa fare un’altra ventina di partite senza rifiatare mai. Giochiamo con il 4-4-2 ed abbiamo due esterni di ruolo, ma abbiamo anche cinque attaccanti: dimostrazione di una rosa costruita piuttosto male. Abbiamo ceduto due esterni destri nella stessa sessione di mercato, senza preoccuparci di sostituirli (non ditemi che Boateng può fare l’esterno per più di venti minuti, vi prego) e forse il rimpianto di aver lasciato Suso c’è, almeno dal punto di vista numerico. Ad una settimana dalla fine del mercato e dal derby, che può essere spartiacque di una stagione sia per la prima squadra di Milano, sia per chi si fa segnare al 93esimo da Lasagna (settimana dell’odio, tutto è lecito), non abbiamo fatto assolutamente nulla ed abbiamo una rosa incompleta: presidente, metta mano al portafoglio e forse anche alla coscienza.

@simostu9

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