Nel calcio di oggi si tendono ad esaltare al massimo le prestazioni dei giocatori e meno quelle degli allenatori, a meno che non siano clamorose o cariche di scoop.
Il Milan non sta certo attraversando un momento memorabile, anche per quanto riguarda la panchina. Dopo l’esonero di Allegri è arrivato l’inesperto Seedorf a guidare il Milan in una disperata rimonta.
In questa rubrica però non vogliamo concentrarci sulle vicende del presente storico rossonero, ma vogliamo ripercorrere la storia di chi il calcio l’ha cambiato davvero e radicalmente. E non sto per parlarvi del classico attaccante che segna dozzine di gol o del centrocampista dalla visione di gioco extraterrestre. Vi sto per parlare di chi un campo da calcio l’ha vissuto solo dalla panchina, senza mai giocarci dentro neanche un minuto. E’ il grande Arrigo Sacchi.
Sacchi nasce il 1° Aprile del 1946 a Fusignano, piccolo comune in provincia di Ravenna. Fin da piccolo, il giovane Arrigo, è sempre stato attratto dal gioco del calcio, ma più che per la possibilità di tirar la palla in porta o ai compagni, per l’aspetto tecnico-tattico e mentale dello sport.
All’età di 31 anni, decide di iniziare la sua carriera da allenatore. Prima di affermarsi con il Milan (e quindi di entrare a far parte effettivamente e per sempre nella memoria dei tifosi rossoneri), Sacchi allena il Cesena Primavera, che porterà alla vittoria del Campionato Primavera.
Successivamente viene chiamato dall’allora presidente del Rimini, che allora militava in serie C1. Alla prima stagione da allenatore del Rimini, conquista la promozione in serie B, segno che l’allenatore è il suo mestiere e che la sua giovane carriera sta prendendo il largo. Dopo la parentesi con il Rimini, allena le giovanili della Fiorentina, prima di approdare alla prima vera svolta della sua carriera, il Parma.
Nella stagione 1986-87 porta il Parma fino alla serie B, e si afferma anche nella massima categoria grazie alla gara di Coppa Italia contro il Milan, che viene battuto proprio dal suo futuro allenatore! (Il calcio per queste cose sa essere davvero incredibile!).
La leggenda narra che Silvio Berlusconi dopo quella partita persa dalla sua squadra abbia detto: “Questo lo voglio ad allenare il Milan”. Non abbiamo la certezza della veridicità di queste parole, fatto sta che dalla stagione 1987 diventa il nuovo allenatore del Milan.
Sacchi ci mette ben poco a farsi valere come guida rossonera. Inizia subito ad aumentare i carichi di lavoro e a curare molto la tenuta fisica dei giocatori. Poi c’è l’importante cambio di modulo, con un 4-4-2 a dir poco innovativo per l’epoca, con i giocatori che sono tutti coinvolti in entrambe le fasi di gioco. Nasce il calcio totale.
Il Mister si rivela un vincente già dalla prima stagione. Infatti quel Milan, nonostante l’assenza di Marco Van Basten per infortunio (il primo di una lunga serie nella sua fantastica, ma breve carriera), riesce a vincere lo scudetto ai danni del Napoli. Primo titolo alla prima stagione da allenatore sulla panchina del Milan conquistato e rivoluzione del modo di giocare il calcio in atto.
Le soddisfazioni più grandi per lui però si verificano gli anni successivi. Nel 1988-89 vince la Coppa Campioni con due delle più belle partite di sempre della storia rossonera: Milan-Real Madrid (vinta per 5-0) e la finale, Milan-Steaua Bucarest (4-0). L’anno successivo potrebbe addirittura vincere tutte le competizioni disponibili, ma il Campionato sfugge dalle mani del Milan in quella “Fatal Verona” e la Coppa Italia è vinta dalla Juve, Sacchi si “consola” con la vittoria della Coppa Campioni battendo 1-0 il Benfica, con la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale.
La stagione 1991 è l’ultima di Arrigo sulla panchina del Milan, complice anche lo scudetto perso e l’eliminazione dalla Coppa Campioni per colpa dell’Olimpique Marsiglia. Sacchi è bersaglio di alcune critiche da parte dello spogliatoio, che ormai non lo segue più. Decide quindi di abbandonare la guida del Milan. Verrà sostituito da un giovane Fabio Capello.
Al Mister di Fusignano saranno date le chiavi della Nazionale, ma questa è un’altra storia che dai colori Rossoneri, sfuma nell’Azzurro e non affronteremo in questa sede.
Oggi Sacchi fa l’opinionista televisivo in diverse trasmissioni sportive.
Nel 2006 la celebre rivista France Football, ha nominato il Milan di Sacchi la miglior squadra del mondo dal dopoguerra. Anche il giornale inglese Word Soccer ha nominato il Milan della stagione 1988-89 la squadra di club più forte di tutti i tempi, e la quarta più forte in assoluto nella storia del calcio.
Ah, l’attuale allenatore del Milan, Clarence Seedorf è nato esattamente 30 anni dopo Sacchi. Il 1 Aprile 1976. Segno del destino?