C’era una volta… Alessio Cerci

Questo pezzo non dovrebbe far parte della rubrica “C’era una volta…”. Solitamente questa categoria raccoglie articoli che ricordano grandi campioni del mondo rossonero che hanno fatto la storia del Club e della Società.

Oggi però vogliamo andare controcorrente e inserire Alessio Cerci in questa categoria, non perchè rappresenti i valori a cui il tifoso del Milan dovrebbe essere abituato, ma per il motivo esattamente opposto. Cerci è diventato simbolo della decadenza del Milan attuale, soprattutto a livello di gioco sul campo.

Alessio Cerci nasce a Velletri il 23 Luglio 1987. Calcisticamente cresce nelle giovanili della Roma. Esordisce in Serie A nel 2004 durante l’incontro Sampdoria-Roma. Resterà a Roma dal 2003 al 2006, per poi essere ceduto in prestito ad altre squadre.

Nella stagione 2006-2007 gioca nel Brescia in Serie B, collezionando 21 presenze. L’anno successivo giocherà per il Pisa. Qui incontrerà una persona fondamentale per la sua crescita calcistica e umana: l’allenatore Giampiero Ventura. Con la maglia del Pisa segnerà 10 gol in 26 presenze.

Nel 2008-2009 è ceduto all’Atalanta, ma il suo rendimento ha un forte calo, a causa di numerosi infortuni che lo bloccano praticamente tutta la stagione.

La stagione successiva torna a Roma, dove colleziona solo 3 gol in 19 presenze e dove non è troppo nelle gerarchie dell’allenatore Ranieri.

Nel 2010-2011 viene acquistato dalla Fiorentina, ma anche a Firenze delude le aspettative e riesce a inimicarsi parte del pubblico fiorentino, cosa che di fatto lo costringe a cercare un’altra squadra.

Cambia ancora maglia, e finisce al Torino di Giampiero Ventura, dal quale era già stato allenato ai tempi del Pisa. Con la maglia granata disputerà le due migliori stagioni della sua carriera con 21 gol in 72 presenze e titolo di miglior assist-man del campionato 2012-2013.

È questa la stagione che sembra consacrare Alessio Cerci nel “calcio che conta” (espressione che ritornerà). Nel settembre 2014 viene acquistato dai vice campioni d’Europa dell’Atletico Madrid per 15 milioni di euro. L’allenatore Simeone però non è convinto dal romano e lo impiega pochissimo. A fine anno Cerci dichiara di voler cambiare squadra per trovare più spazio.

Qui entrano in gioco i colori rossoneri. Il 5 gennaio 2015 diventa un giocatore del Milan grazie ad uno scambio di prestiti che porta Torres a Madrid e Cerci a Milano.

Con il Milan fin’ora ha segnato solo 2 gol. Decisamente poco rispetto alle aspettative.

La cosa che ha sorpreso tutti è che Cerci sembra aver avuto una completa involuzione rispetto al buon giocatore che era a Torino e che aveva convinto con le sue giocate, diversi club. Il giocatore che i tifosi del Milan hanno la sfortuna di vedere impiegato (a volte anche da titolare), non solo sembra involuto, ma addirittura sembra un giocatore da categoria inferiore e non certo da Serie A.

L’ennesima prova del fatto che forse sia un giocatore decisamente sopravvalutato, l’abbiamo avuta mercoledì, durante la partita Milan-Bologna. Il Milan ha una buona occasione con Cerci, che invece di trasformarsi in assist-man e passare un pallone facilissimo a Bacca, decide di imitare chissà chi, e cerca di dribblare il portiere per arrivare al tiro, cosa che ovviamente non succederà mai. Il Milan perderà sia l’occasione che la partita.

Da dopo il minuto ’31 del secondo tempo il rapporto con i tifosi del Milan è compromesso. Sul giocatore di Velletri piovono insulti. Oltre a quelli verbali allo stadio, i suoi account social sono presi di mira con insulti sempre più pesanti che coinvolgono anche la sua famiglia e vanno molto oltre la prestazione sportiva.

In seguito a questa ondata di insulti (forse esagerata e troppo violenta), decide di sospendere tutti i suoi account social, confermando il suo difficile rapporto con la tifoseria come già era successo a Firenze.

Come detto, i tifosi lo accusano di non essere un giocatore da Milan (come altri che sono presenti in rosa) e sono sempre più inveleniti nei confronti di prestazioni ridicole come quelle a cui purtroppo siamo tutti abituati da tempo, e nei confronti della società Milan, ormai completamente in bambola.

“Addio Serie A, andiamo nel calcio che conta”. Così aveva detto Federica Riccardi, la fidanzata di Alessio, appena saputo del suo trasferimento all’Atletico Madrid. La storia, come detto, andrà diversamente.

Ho solo una domanda: Il calcio che conta è lontano dalla Serie A, ma siamo sicuri che Cerci conti per il calcio?

 

@TheRub14

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