Brocchi, tempi duri e la solita dannata speranza…

Ieri sera s’è giocata Milan-Carpi, partita che ha chiuso l’ultimo turno infrasettimanale della stagione. Nonostante il cambio in panchina e la risicata vittoria per 1-0 contro la Sampdoria, il Milan di Brocchi non è riuscito a vincere questa partita, anzi, solo grazie ad una prodezza di Donnarumma è riuscito a non perdere.

Purtroppo sono tempi durissimi per chi scrive di Milan. È inutile negarlo, commentiamo tutti allo stesso modo le vicende rossonere, le partite, le scelte scellerate di quella che una volta era una delle società più solide del panorama calcistico mondiale. Almeno dal punto di vista delle analisi c’è unanimità nel tifo milanista.

La cosa che stupisce è il fatto che nonostante l’ennesima stagione disastrosa (e non mi citate la finale di Coppa Italia come obiettivo raggiunto dal grande Milan, perchè con le squadre che abbiamo incontrato era doveroso centrarla), ci sia ancora gente che si presenta a San Siro per supportare la squadra. La forza d’animo di chi ancora va allo stadio è lodevole, senza dubbio, ma credo che una forma di protesta più efficace sarebbe quella di lasciare lo stadio vuoto, per esplicitare ancor di più il distacco da questa realtà malata che sta distruggendo il Milan.

Ieri sera ho letto diversi tifosi contenti del fatto che in campo ci fossero giocatori giovani come Romagnoli, Locatelli, Josè Mauri e Donnarumma, i quali potrebbero rappresentare il futuro di questa squadra. Un tempo eravamo contenti per i risultati, per la campagna acquisti durante il mercato, oggi siamo contenti di vedere in campo giocatori giovani, con la speranza che restino anche in futuro e si confermino con la nostra maglia. Tutte ipotesi che con la dirigenza che ci ritroviamo, non possono essere certezze, anzi, dobbiamo prepararci mentalmente al fatto che i giovani più talentuosi per esempio Donnarumma, hanno mercato e possono essere ceduti per cifre importanti.

Cosa possiamo fare, dunque? Sui social impazza l’hashtag #BerlusconiVendi, che da semplice hashtag si è trasformato quasi in litania, in supplica quotidiana e continua. Possiamo aggrapparci all’unica ancora di salvezza rimasta che, ironia della sorte, è rappresentata proprio dal presidente Berlusconi. L’unico che può salvarci da questo inferno è proprio lui  può farlo solo cedendo la proprietà a nuovi investitori e facendosi da parte.

Possiamo discutere di chi possa essere l’allenatore più funzionale per la rosa che abbiamo, fare 3.500 nomi di giocatori adatti a rinforzare la squadra, ma in cuor nostro sappiamo che l’unica via per rinascere è che Berlusconi molli il suo giocattolo e si occupi di altro. Se questo non cambierà, ci aspettano chissà quanti anni di sofferenza, di campionati da mezza classifica, di scontri diretti inevitabilmente persi ancora prima di essere giocati, di un gap con le big (del nostro campionato, ma non solo) che diventa sempre più ampio e incolmabile.

Insomma, la situazione ormai la sappiamo troppo bene e si ripete costantemente. Per fortuna mancano poche partite alla fine di questa stagione. Seguiamo l’evolversi delle vicende rossonere con più serenità possibile, perchè ormai siamo giunti alla conclusione che avvelenarsi l’anima per questo Milan e chi lo rappresenta oggi, non vale proprio la pena.

 

@TheRub14

 

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