Al vecchio Milan serve il viagra qualità. Jack e Ale ed il salto della quaglia. WelConte.

I problemi di campo del Milan iniziano tutti da una grave mancanza, assai insolita nella storia berlusconiana: la qualità. È ben evidente che dal 2010,anno in cui Allegri decise di varare i tre mediani(a furor di popolo), il centrocampo rossonero è divenuto un’accozzaglia di cosiddetti falegnami. L’idea di Allegri risultò vincente, ma quel Milan poteva contare su una difesa da 6 goal subiti nel girone di ritorno e giocatori offensivi del calibro di Ibra, Seedorf, Robinho, Pato ed il barese innominabile.

Oggi, che il giocatore di maggior estro si chiama Jack Bonaventura, senza voler togliere niente al nostro amato 28(28! Niente 10,niente fasce di capitano, please), si capisce bene quale sia il fulcro della questione. Dopo l’ennesima partita giocata bene a metà, si è inasprito il concetto: il Milan non sa fare possesso, non è in grado di farlo e correre per 90′ a pieno ritmo è assai improbabile. Quindi? Quindi la medicina si chiama MERCATO. In attesa di un regista degno di questo nome continueremo a soffrire, non c’è via di scampo.

Rimproverare qualcosa a buona parte dei singoli in rosa con elevato minutaggio è assai difficile. La sensazione è che questa squadra sia molto più aggressiva rispetto a quella vista l’anno passato, una squadra che sa di valere qualcosa in più di un ottavo posto e di 29 punti. Il girone di ritorno sarà sincero sul reale lavoro di mister Mihajlovic. Da queste righe vorremmo porre l’attenzione sugli “intoccabili” della nostra rosa e muovere loro una critica. Una critica che è amore, nient’altro. Un amore grande, smisurato, ma non per questo necessariamente cieco. Stiamo parlando del già citato Jack Bonaventura e di Alessio Romagnoli. Sembrerebbero essere due predicatori nel deserto, ma proprio perché nettamente superiori al mediocre livello generale, non possono essere esenti da appunti. Abbiamo l’impressione che Jack abbia un po’ snaturato il suo calcio e si sia accorto di non essere il brutto Calimero non impiegato da Conte in nazionale(ora arriviamo a lui), ma qualcosa di più, molto di più(mancherebbe altro). Spesso troviamo eccessive alcune giocate, troppe punizioni votate all’ego. Per carità, è in assoluto il leader della squadra, semplicemente da un punto di vista squisitamente tecnico ci pare non sia sempre felice nelle scelte. Lo ripetiamo per essere superchiari: ad avercene come lui. Quanto ad Alessio Romagnoli: 21anni da poco compiuti e grande sicurezza. Tuttavia, appare evidente come senza un leader difensivo accanto(Alex) e con uno come Zapata o Mexes, emergano tutte le difficoltà legate all’età e alla responsabilità del ruolo. A questo aggiungiamo un calo fisico del tutto normale. Piccola nota: fisicamente e tecnicamente ineccepibile, bisogna ancora lavorare sullo scatto e la velocità nel lungo per poter parlare di fenomeno, ma siamo sulla strada giusta.

Capitolo allenatore: sembra essere Antonio Conte la scelta designata(pare esserci sinergia tra presidenza e AD) per la prossima stagione. Del leccese si sa tutto e i numeri parlano chiaramente. È evidente come sia difficile pensare ad un profilo migliore del suo per tornare competitivi in Italia. Però, pensiamoci bene prima di un endorsement definitivo: non è forse lui che, in Nazionale, sulla fascia sinistra, fa giocare i nostri “amati” De Sciglio ed El Shaarawy? Maneggiare con cura, grazie.

 

@Kondorob

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